SlowArchitecture |
BLOG | FORUM | NEWSLETTER | DISCLAIMER | CONTATTI |
|
|
|
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con grande semplicità da anni continuo a chiedermi come mai ci si limiti a progettare scatole edilizie prive di valore ma dotate di grossi nonché dispendiosi impianti di condizionamento quando nei testi e dagli studi delle culture antiche si desumono descrizioni di sistemi efficaci per la climatizzazione degli ambienti. Sembra che il “benessere” tecnologico voglia spazzare via millenni di cultura. Cultura di cui possediamo prove tangibili su tutto il pianeta. Nelle zone dove i climi sono più rigidi molte problematiche inerenti la creazione di condizioni ambientali ospitali sono state felicemente risolte tramite idee che dalla notte dei tempi vengono tramandate per mezzo delle tradizioni. Possibile che oggi di molte di queste culture, crogiuolo di saperi, non si riesca a farne che teatri di guerriglie? Quasi ci fosse il desiderio di cancellare le tracce di qualsiasi soluzione alternativa al modo di abitare occidentale. Copernico ha spostato la terra dal centro dell’universo ma probabilmente il concetto non ha ancora attecchito molto bene. Asia, Americhe, India, per citare le culture note ai più, sono ricche di tradizioni utili all’insediamento dell’uomo nel proprio habitat. È nostro dovere (di tutti) studiare, preservare ed implementare queste tradizioni, dimenticando per un attimo la tecnologia. Questa arriverà dopo, quando avremo capito! Il crederci oggi padroni di un sistema scientifico che riteniamo reale ed inconfutabile non ci da il diritto di gettare alle fiamme le esperienze su cui lo stesso è stato fondato. Anni fa, in una spiaggia molto affollata chiesi ad un ragazzo del Nord Africa come mai al posto di vendere maglieria e biancheria di “marca” Italiana non importasse e provasse a vendere tessuti delle proprie zone, pregiati per fattura, vivaci per colori… appartenenti ad un’altra cultura. La risposta fu ovviamente che non avrebbero trovato mercato. Forse non eravamo ancora pronti per la globalizzazione. Oggi siamo invece succubi di una globalizzazione di Griffe che nulla ha a che vedere con la trasmissione globale del pensiero creativo e della cultura; Villaggio Globale o Grande Centro Commerciale? La mia proposta, forse banale, forse un po’ trita e ritrita ma comunque poco praticata è quella di rallentare! Fermiamoci, rallentiamo, pensiamo. Sono anni che medito ma mai come oggi la risposta mi è stata così chiara. Abbiamo quantità di edilizia invenduta tale da rappresentare, oltre ad uno spreco, un rischio reale per l’economia e abbiamo in atto una crisi economica di tutto rispetto. La qualità è un valore che stiamo dimenticando assieme alle tradizioni che l’hanno generata, ma non dobbiamo dimenticare che la qualità può far la differenzia fra una vita vissuta e una vita buttata. Stiamo scordando la calma, l’incanto, il piacere di vivere. Stiamo dimenticando di assaporare la lentezza. Slow Food nasce nel 1986, slow movement è fatto risalire allo stesso movimento, nascono poi, slow living, slow travel, slow design etc. La vita vuole diventare slow! Anche se come spesso accade molti di questi movimenti rischiano di essere travisati o sfruttati per fini economici penso che rallentare sia un dovere responsabile. L’essere è esser-ci, essere nel luogo, abitare. L’uomo è, esiste nel mondo in quanto lo abita, lo trasforma. È, a mio parere, opportuno ridefinire l’entità della trasformazione che operiamo sull’ambiente. Rallentiamo l’architettura! SlowArchitecture, può risultare un ennesimo slow”ismo” ma a mio parere è un dovere provare. Dobbiamo riappropriarci dei tempi progettuali, esecutivi, di studio, solo così potremmo ridefinire l’entità della trasformazione sull’ambiente e solo così l’utenza potrà godere di un’abitazione anziché di un alloggio, di una piazza anziché di uno spazio aperto, di un parco anziché di “standard a Verde Pubblico”. I luoghi condizionano i caratteri e gli umori. È nostra responsabilità creare luoghi che promuovano il benessere e l’armonia… ovunque. Marco Pastorino 10.09.2011 Bibliografia di base:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Condizioni d'uso | Follow us on: |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
SlowArchitecture © 2007 Disegni di Marco Pastorino - Italy |